Non vuole mettere il salvagente o i braccioli? 5 consigli utili

Il tuo bambino in piscina o al mare non vuole i braccioli, salvagenti o altri attrezzi? 

Il materiale di sostegno se usato con le giuste modalità, al momento giusto e per il giusto tempo può essere di grande aiuto sia per stimolare l’equilibrio del bambino piccolo (e tonificare in modo equilibrato tutti i suoi muscoli) sia per aiutarlo a nuotare da solo dove non tocca in tempi più brevi.

A volte però ci sono bambini che non ne vogliono sapere, o, al contrario, che ne diventano talmente dipendenti e che non lo vogliono togliere anche se sarebbero già in grado di cavarsela senza. 🙁

Quasi sempre il problema sta nella scelta del materiale e nel modo di proporlo.

1) SCELTA DEL TIPO DI SOSTEGNO

E’ utile partire da materiale stabile che permetta un galleggiamento passivo indipendentemente dai movimenti del bambino, come ad esempio triangolo rigido, 2 tubi con connettore, salvagente, braccioli (purchè adeguati alle dimensioni del bambino) e passare poi a sostegni che gli richiedono un ruolo attivo per tenersi e rimanere in equilibrio, come ad es. tavolette, tubi aperti, Magic Air Belts.
Il materiale deve essere vario e diversificato in quanto ognuno sviluppa diverse abilità da parte del bambino. Ricordiamoci che i sostegni dovrebbero essere un mezzo per favorire l’autonomia del bambino, non per farlo adagiare!

 2) MODO DI PROPORRE L’ATTREZZO

Proponete un sostegno quando è già un po’ ambientato e non teme che gli arrivi acqua nel viso; l’ideale sarebbe che accettasse già le immersioni.
Nel momento in cui decidiamo di proporre un attrezzo dobbiamo essere disposti a non sostenere più né il bambino né l’attrezzo, solo così ha senso proporlo … altrimenti meglio evitare!
Il bambino va posizionato correttamente, ben centrato, in modo che nel momento in cui stacchiamo le mani, lui possa stare in equilibrio da solo!
Già a pochi mesi un bambino ha la capacità di stare in equilibrio da solo, fin da subito, all’interno di un salvagente o del triangolo o dei tubi con connettore.

Quando gli proponiamo un nuovo attrezzo il bambino, inizialmente sarà in stato di allerta perché non lo conosce e sarà molto vigile e pronto per stare su l’attrezzo senza sbilanciarsi.

Nel caso in cui non ci riesca basterà riposizionarlo al centro dell’attrezzo, ovviamente dopo avergli permesso di sentire lo sbilanciamento.
Generalmente dopo 2/3 perdite d’equilibrio (pochi minuti di esperienza) la maggior parte dei bambini è in grado di capire la posizione migliore per ogni attrezzo.
Ad ogni lezione quindi può imparare a stare in equilibrio su attrezzi con caratteristiche diverse.

Noi ad es., nei nostri corsi (con bambini di 8-14 mesi), proponiamo 3 attrezzi diversi in ogni lezione e cerchiamo di variarli anche nelle lezioni successive, fino a che non arrivano alle magic air belts.

 3) ERRORI DA EVITARE

Viceversa se il bambino fin dall’inizio viene tenuto, percepirà che dentro all’attrezzo può stare rilassato ed in qualsiasi posizione (perché tenendolo non gli permettiamo di percepire che in certe posizioni può perdere l’equilibrio e cadere). Nel momento poi in cui, dopo un po’ di lezioni, proviamo a staccare le mani, lui perderà l’equilibrio senza rendersi conto del perché, visto che finora era stato sostenuto. Catalogherà quindi il sostegno come qualcosa di pericoloso ed inaffidabile e non vorrà più saperne di salirci sopra. Il genitore allo stesso tempo consoliderà l’idea che suo figlio non è in grado di trovare l’equilibrio da solo!
L’attrezzo di sostegno non è il gioco e di per sé non fa divertire il bambino, se non quando capisce che può andare dove vuole.
Per rendere l’esperienza piacevole
dobbiamo prima attirare la sua attenzione con un gioco interessante, e solo dopo (senza focalizzarne l’attenzione) appoggiare il bambino e lasciargli prendere l’oggetto desiderato. In questo modo l’attrezzo diventa il mezzo per prendere e raggiungere giochi interessanti, e quindi interessante a sua volta.
Quando si posiziona un bambino sull’attrezzo deve sempre essere rivolto verso il genitore per poterlo vedere, altrimenti c’è il rischio che il bambino percepisca l’attrezzo come un mezzo che lo separa da lui.
Anche quando il bambino sta volentieri sull’attrezzo non dobbiamo comunque lasciarglielo usare per più di 5/10 minuti in quanto se dovesse subentrare la noia (i bambini piccoli si stancano velocemente di qualsiasi cosa) potrebbe successivamente rifiutarlo e non volerne più sapere.

 

4) PERIODI IN CUI PRESTARE PARTICOLARE ATTENZIONE

Proponendo gli attrezzi in questo modo è molto difficile che un bambino li rifiuti, a meno che non ci siano cause esterne e non direttamente collegate all’acqua.
Ad esempio, se un bambino è in piena fase di ansia da separazione dal genitore, di “coccolite acuta” o nel “periodo cozza” e l’insegnante lo prende in braccio per posizionarlo sull’attrezzo, è molto probabile che si metta urlare e che non ne voglia sapere.
Per questo vi consiglio di leggervi l’articolo del periodo cozza, cliccando qui

Oppure se il bambino sta attraversando un periodo di fobia dei materiali in gomma o gonfiabili (perché magari gli è scoppiato un palloncino ed ha preso paura) è possibile che non ne voglia sapere neanche di salvagenti o braccioli.

 5) SOLUZIONI AL RIFIUTO

Indipendentemente dalle cause, la strategia di risoluzione è sempre la stessa:

  • armatevi di santa pazienza e mantenete un atteggiamento di fiducia nei confronti di vostro figlio: CON O SENZA MATERIALE DI SOSTEGNO SE CONTINUERETE A PORTARLO IMPARERA’ A NUOTARE COMPLETAMENTE DA SOLO CON LA TEMPISTICA DEGLI ALTRI BAMBINI;
  • interrompere per un periodo l’uso dell’attrezzi come sostegno ed evitate per almeno 3 lezioni di riproporli, anche se lui è tranquillo. Fatelo partecipare normalmente a tutti i giochi lasciando che si sposti da solo dove è in grado di farlo (acqua bassa, maniglione, lungo il bordo…) e sostenetelo voi in acqua alta;
  • provare ad utilizzare gli attrezzi in modo diverso, senza infilarli, come giochi (trasformate il salvagente in canestro, il tubo in una spada, i braccioli in muscoli…);
  • fate vedere al bambino, dove possibile, che voi genitori vi divertite ad indossarli;
  • non parlate a casa delle difficoltà del bambino ma solo delle cose positive che fa;
  • non fare confronti con gli altri

Se anche non volesse proprio mai saperne di usare gli attrezzi, se frequenta in compagnia di altri bambini che li usano, GRAZIE AI NEURONI A SPECCHIO presenti nel suo cervello, lui svilupperà tutte le connessioni e le coordinazioni motorie dei bambini che nuotano vicino a lui, semplicemente guardandoli e stando loro vicino.

E’ poi incredibile vedere come di punto in bianco, quando i suoi compagni arriveranno a togliere tutto il materiale di sostegno, anche lui sarà in grado di spostarsi da solo! Questo a condizione che abbia continuato a partecipare alle lezioni senza stress, giocando e divertendosi, senza pressioni e senza imposizioni di materiale, semplicemente rispettando i suoi tempi!

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