come insegnare ai bambini
a mettere la testa sotto l'acqua

Come insegnare ai bambini a mettere la testa sotto acqua

Il non voler mettere la testa sott’acqua è una caratteristica comune a molti bambini, soprattutto se non sono stati abituati sin dai primissimi mesi e con le giuste modalità.

Per fargli riscoprire il piacere delle immersioni vediamo ora cosa noi genitori possiamo fare per incentivare i bambini a immergere il viso sott’acqua, distinguendo le modalità per bambini con meno di 10/12 mesi e bambini più grandi. Questi ultimi infatti, dopo aver imparato a camminare, non accetteranno più le immersioni proposte direttamente dal genitore, ma il gesto di mettere il viso sott’acqua dovrà essere volontario e autonomo!

Come prima cosa: abbi fiducia! Prima o poi metterà la testa sotto, soprattutto se non gli facciamo sentire che ci tieniamo tanto e che siamo delusi se non lo fa!

Immersioni con bambini fino ai 10 mesi

Se il tuo bambino ha meno di 10 mesi il problema è facilmente risolvibile in quanto il bambino esprime prevalentemente le emozioni del genitore che gli sta vicino, più che le proprie.

Se l’immersione viene proposta solo quando il bambino è di buon umore e con le giuste modalità: immergendo il viso del bambino solo quando è già in apnea, facendogli vivere l’esperienza come un mezzo per raggiungere un gioco interessante e facendola seguire da sorrisi, applausi, espressioni entusiasmanti ed eventualmente da un massaggino alle gengive, difficilmente la rifiuterà.

Anzi, se è costantemente seguita da rinforzi positivi, immergerà spesso il capo spontaneamente, accetterà immersioni sempre più prolungate e imparerà a spostarsi prevalentemente con la testa sotto. Per lui sarà meno faticoso nuotare con la testa sotto e riemergere per respirare che nuotare con la testa fuori.

Se in questa fascia d’età il bambino rifiuta l’ immersione significa che: o non si sono rispettati i suoi tempi e lo si è fatto immergere anche quando stava già vivendo un disagio e non era sereno (magari quando era già arrabbiato per fame o sonno o perché era infastidito dalla dentizione) o che più volte, all’ uscita dall’ immersione, ha percepito i genitori un po’preoccupati o in ansia e non è stato coinvolto con giochi piacevoli e con incoraggiamenti adeguati!

Se il problema persiste?

Se il problema si è consolidato ed il bambino si avvicina ai 9/10 mesi meglio rinunciare e aspettare che sia più grande, seguendo i suggerimenti che vi indicherò tra poco.

Se invece è piccolo riparti da 0 abituando il bambino all’apnea, a casa, con il “gioco del vento” e procedi con le modalità proposte dall’insegnante: inizialmente appoggiandogli la vostra mano sulla bocca, contando fino a tre e soffiando, e sollevandolo leggermente prima di immergerlo.
Successivamente togli un elemento alla volta, fino a staccare completamente le vostre mani e mantenete solo il sali-scendi prima dell’immersione.

Ricordati che le immersioni devono essere un mezzo per permettere al bambino di raggiungere da solo un gioco o per raggiungere autonomamente il bordo in caso di bisogno e non un esibizione per far vedere la bravura del proprio bimbo. 

Immersioni con bambini con più di un anno

Se invece il bambino ha più di 10 mesi è normale che non ne voglia sapere di mettere la testa sotto, a meno che non sia già abituato a farlo giocando in vasca da bagno! In questo caso il bambino non va mai immerso passivamente, con la forza!
Se il bambino lo accetta si creano dei contesti in cui spontaneamente lui si trovi ad immergere gradualmente il viso: piccoli salti dal bordo, discesa dallo scivolo, provare a passare sotto ad un tunnel a mezz’acqua, provare a guardare sott’acqua in cerca di pesci …. Inizialmente si riprende subito il bambino, in modo che l’immersione duri poco, gradualmente se si vede che il bimbo si diverte si aumenta la durata.

Se il bambino chiede di non mettere sotto la testa va rispettato.

L’importante è non continuare a chiederglielo e non sottolineare il fatto che non accetta di farla. 

Sii indifferente e paziente.

Molto spesso quando il bambino inizia a frequentare la piscina dopo i 10 mesi, imparerà a spostarsi prima con la testa fuori, sempre a cagnolino, e accetterà di mettere la testa sotto solo quando si sentirà sicuro di poter raggiungere il bordo autonomamente.

3 strategie per favorire il mettere la testa sott’acqua

  1. GIOCO DEL CONTRARIO: molto spesso funziona di più “vietare scherzosamente” al bambino di mettere la testa sotto con frasi del tipo “guai se metti sotto gli occhietti, solo io posso! Oh che pesci meravigliosi ho visto, oh che bello raccogliere i tesori sott’ acqua…” ovviamente facendogli vedere che tu ti diverti nel farlo!
  2. OGGETTI SUL FONDO: un altro gioco che favorisce l’immersione del capo è porre degli oggetti interessanti ad una profondità tale che lui possa raggiungerli immergendo appena appena gli occhi, possibilmente dove tocca con i piedi. Se sente che gli manca pochissimo per prendere il gioco spesso osa provare. Generalmente questi bambini, quando sperimentano che non succede nulla di grave, e che riescono ad immergersi con facilità, attraversano un periodo che stanno continuamente con la testa sotto!
  3. USARE GLI OCCHIALI: altra strategia per motivarli a mettere sotto gli occhi è quella di far provare, magari a fine lezione (e non per tutta la durata), un paio di occhialini che permetta loro di vedere bene sott’acqua. Se sei un insegnante, invita il genitore a far provare il bimbo anche a casa, in vasca da bagno. Molti bimbi si sbloccano così e poi, una volta presa confidenza, accettano di immergersi anche senza. Teniamo conto che comunque suggeriamo gli occhialini anche ai bambini acquatici, già abituati a fare immersioni, nel momento in cui iniziano a fare esercizi per apprendere le tecniche del nuoto, al fine di evitare che immersioni frequenti e prolungate, irritino gli occhi del bambino.

5 regole per far fare le immersioni ai bambini

In conclusione, come per tutte le attività, la regola è:

  1. NON AVERE ASPETTATIVE e fretta che raggiunga subito il risultato
  2. AVERE TANTA FIDUCIA che prima o poi riuscirà a farlo;
  3. CREARE IL CONTESTO ludico senza obbligarlo a partecipare a quel gioco;
  4. GRATIFICARLO per ogni tentativo.
  5. A casa parlare solo delle COSE POSITIVE (e non degli insuccessi)! ☀️

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